Gastone Rinaldi nasce a Padova il 16 novembre 1920. Il padre Mario già da qualche anno è titolare di una piccola azienda locale che produce mobili metallici, domestici e ospedalieri. Negli anni del liceo è soprattutto il disegno la materia che appassiona Gastone, come ricorderà in una memoria degli anni ‘90. Si iscrive quindi ai corsi di Economia e Commercio a Venezia, ma senza sentirsene particolarmente attratto. In realtà tra le sue grandi passioni c’è, oltre al disegno, lo sport, che Gastone pratica nelle sue varie declinazioni: sci, golf, tennis, automobilismo e, soprattutto, il calcio. Prima dei vent’anni gioca in serie A per il Padova, e poi per la Cremonese, per l’Udinese. E la sua passione per i motori lo porterà, alcuni anni dopo (1952), a classificarsi ai primi posti nella Mille Miglia. Assolve il servizio militare come Ufficiale di Cavalleria nel 1941-42. Lo dispensa dalla partenza per la rovinosa Campagna di Russia una provvidenziale complicazione di salute: una fortissima otite.
All’inizio del 1944, dopo i bombardamenti alleati su Padova, la ditta paterna è in ginocchio. Il titolare, Mario Rinaldi, dopo avere spostato sede ed attività nella zona dell’Arcella, fa entrare nella compagine sociale dell’azienda i 4 figli. Abbandonati gli studi di Economia e Commercio, Gastone si dedica completamente a quella che sente essere la sua naturale vocazione, la professione di designer all’interno dell’azienda. È una consapevolezza che sta maturando progressivamente e che viene educata, in modo totalmente autonomo, sia attraverso l’approccio a riviste di settore che grazie al confronto con figure eminenti nel mondo del nascente design italiano.
Nel 1948 Gastone Rinaldi ottiene il suo primo brevetto. È in questo periodo che l’artista padovano dello smalto, Paolo De Poli, gli presenta Gio Ponti. In breve l’architetto milanese diviene un sostenitore del design di Gastone, tanto da portarlo, nel 1951, alla IX Triennale di Milano. Qui vengono esposte nella sezione Ospitalità alcune sedie elaborate a 4 mani. Gastone inoltre espone alla stessa IX Triennale un modello da lui stesso disegnato, la Du 9. La sedia desterà l’interesse di alcuni visitatori americani, interessati all’acquisto dei diritti di esclusiva per la produzione di tale modello in America: si tratta di emissari della Knoll Associated.
Da qui in avanti le realizzazioni di Gastone Rinaldi non mancheranno di figurare nelle più prestigiose rassegne di arredamento, (nonché nelle riviste di settore, Domus in primis): Mostra della IX Triennale (1951, a Oslo), “Arte ed Estetica Industriale” (XXX Fiera Campioni di Milano 1952), “Salon des arts mènager” (1952, a Parigi), “Mostra della produzione italiana” (1952, a Stoccolma), “Premio Compasso d’Oro La Rinascente” (1954), Selezione di mobili italiani, presso Altamira (1954, a New York), “Italian industrial design” ( curata da Marco Zanuso, 1955 a Londra). Ed è proprio alla prima edizione del Compasso d’Oro che Rinaldi ottiene un riconoscimento con la sua Du 30, una sedia essenziale e innovativa. La motivazione della giuria mette in rilievo non solo la sedia in sé, ma anche la “coerenza stilistica di un’intera produzione”. Alla stessa manifestazione Gastone ottiene anche una Segnalazione d’Onore con la Du 43, una seduta in rete con cui elabora con diversa tecnologia alcuni recentissimi modelli americani.
Nel 1956, da un nucleo di 27 designer, nasce l’ADI, Associazione designer industriali. Agli incontri preliminari alla fondazione sono presenti da Padova Gastone Rinaldi e Duilio Martinis, che all’epoca svolgeva attività di grafico nell’azienda dei Rinaldi. Gastone Rinaldi, forte dell’apprezzamento unanime che gli viene riconosciuto e di una personalità aperta ai rapporti umani, accoglie con favore le occasioni di collaborazione con altri designer. Già nel 1952 aveva studiato per Marco Zanuso una poltroncina per cinema destinata al Piccolo Teatro della città di Milano. Negli anni Cinquanta disegnerà con Giancarlo Pozzi, con Eugenio Gerli e con Mario Cristiani, per fare solo pochi nomi. E, ancora, sviluppa i progetti di Ponti per gli arredi della torre Pirelli.
Nel 1957, alla XI Triennale, la sua Du 41, poltroncina capostipite di una innumerevole discendenza, vince la medaglia d’argento alla Mostra Internazionale di Industrial Design. Da qualche tempo Gastone Rinaldi non disdegna qualche puntata nel campo dell’architettura, progettando edifici. Il salto di scala dal progetto d’interni all’architettura avviene quando esegue dei disegni preparatori per una casa di vacanza tagliata su misura per sè e per la propria famiglia. Verrà edificata nelle montagne di Trento nel 1957.
Negli anni ‘60 la progettazione di interni occupa una buona parte dell’attività di Rinaldi: oltre alla committenza istituzionale (facoltà e collegi universitari) l’azienda segue l’intensa attività di edificazione nella vicina zona termale di Abano e Rinaldi è il riferimento di punta per quanto riguarda gli arredi dei numerosi hotel di nuova costruzione. Dalla metà degli anni ‘60 le relazioni con il fratello Giorgio peggiorano e i progetti di Gastone, sempre corretti, si fanno meno incisivi.
Gastone Rinaldi lascia la Rima nel 1974 per fondare, qualche tempo dopo, una nuova azienda, la Thema. Con il nuovo marchio ottiene ulteriori riconoscimenti. Nel 1978 una segnalazione al Compasso d’Oro per la poltroncina impilabile in rete Arianna. Nel 1981 una nuova segnalazione, allo stesso Compasso d’Oro, con la sedia pieghevole Dafne, disegnata qualche anno prima.
Messa in difficoltà dalla generalizzata crisi del settore nella seconda metà degli anni 80, la Thema chiude nel 1989.
Gastone Rinaldi muore a Padova nel 2006.
L’opera di Gastone Rinaldi è stata riproposta in una importante mostra personale al Salone del Mobile Triveneto (e successivamente a Milano al CentroDomus) nel 1993. Nel 1995 alcuni suoi pezzi sono stati presentati alla mostra “Design italiano 45,63”. Nell’ottobre del 2015 la mostra “Rima, ricerca e stile”, allestita nelle sale di CapitoliumArt a Brescia, ha messo in evidenza i migliori risultati del design di Gastone Rinaldi.
Bibliografia Essenziale
- G. e J. Drago, Gastone Rinaldi designer alla Rima, CapitoliumArt editore, Brescia 2015
- G.Gramigna, Le fabbriche del design, Umberto Allemandi & C., Torino 2007
- J.Adda,N.Bergamin,M.Grassi: editoriale su Architetti Padova (Periodico dell’Ordine degli Architetti di Padova) n.18, gennaio 2003 pagg.17 18 19
- G. Bosoni, F.Picchi, M.Strina, N.Zanardi, Brevetti del design italiano 1946-1965, Electa, Milano 2000
- M.Romanelli, M.Laudani, Design:Nordest, Abitare Segesta e PMT, Milano 1997
- AA.VV., 45-63, un museo del design industriale in Italia, Abitare Segesta, Milano 1995
- I. de Guttry, M.P.Maino, Il mobile italiano degli anni ’40 e ’50, Laterza, Bari 1991
- V. Gregotti, Il disegno del prodotto industriale: Italia 1860-1980, Electa, Milano 1986
- G. Gramigna, 1950 1980 Repertorio, Arnoldo Mondadori , Milano 1985
- Centrokappa (a cura di) Il design italiano negli anni ’50, Editoriale Domus, Milano 1977.